Intervista a Edmondo Metildi, CEO di Ecopoint

1) Com’è cambiato Ecopoint in questi trent’anni? Da laboratorio di analisi a gruppo multifunzionale? È semplicemente cresciuto aggiungendo reparti o è mutato in maniera più strutturale e profonda? Quanto siete diversi?

Ecopoint è nato come studio chimico professionale nei primi anni ’90 in un periodo in cui questo tipo di attività era poco comune. L’idea è stata di mia madre la Dott.ssa Annamaria Colamartino, la quale era un chimico con una tradizione familiare improntata sull’imprenditoria femminile già a partire dalla mia bisnonna che era una cuoiaia passando per mia nonna che ha gestito diversi bar e tabaccherie. Mia madre insieme a mio padre, il Dottor Vincenzo Metildi, hanno portato avanti il progetto che nei primi anni 2000 ha preso il nome di Ecopoint.

La crescita è stata graduale nei primi 20 anni, per poi accelerare negli ultimi dieci permettendoci di espandere il nostro raggio di azione sia come numero di analisi che come presenza nel territorio italiano.

Il cambiamento strutturale è avvenuto negli ultimissimi anni dove le necessità sono state quelle di settorializzare le mansioni in maniera più profonda. I nostri servizi spaziano dal campo ambientale a quello alimentare, campi che già al loro interno sono molto ramificati. L’aumento del personale e la formazione specifica sono stati un’evoluzione naturale e imprescindibile.

2) Il gruppo è nato come azienda familiare, oggi invece il cambiamento e la crescita l’hanno reso una realtà più strutturata. Alcune caratteristiche derivate dalla sua genesi probabilmente sono ancora presenti, quanto influisce oggi questo elemento nell’organizzazione del lavoro interno ad Ecopoint?

Le peculiarità di un’azienda familiare sono, fra le altre cose, il rapporto diretto con i clienti e l’attenzione alle esigenze delle persone.

Queste caratteristiche non sono andate perse, anzi rappresentano per noi un punto di forza. Il cliente ha la possibilità di confrontarsi con il nostro personale, che lo segue da vicino e fa propri gli obiettivi che bisogna raggiungere.

Nell’organizzazione del lavoro interno cerchiamo di stare attenti a quelle che sono le caratteristiche e le aspirazioni di ogni dipendente, cercando di attribuire le mansioni nelle quali ci si riconosce di più. L’idea generale è che ognuno debba fare ciò che più desidera in modo da mettere passione nel lavoro e quindi di conseguenza ottenere il miglior risultato possibile.

L’intenzione è di aiutare le persone ad esprimere la propria vocazione, e quando riconosciamo il talento cerchiamo di valorizzarlo al meglio.

3) Com’è una giornata tipo all’interno della vostra sede?

Il nostro lavoro è molto diversificato e quindi particolarmente stimolante.

La giornata tipo cambia quindi a seconda della mansione, in linea generale ognuno affronta i propri compiti in maniera positiva ogni giorno in un ambiente sano, condizione fondamentale per un risultato ottimale.

Ritengo molto importante sottolineare che in Ecopoint si lavora in orario stabilito da contratto. Ai nostri dipendenti non viene chiesto di trattenersi fuori dall’orario di lavoro, il riposo è considerato sacro.

Il concetto è lavorare per vivere e non vivere per lavorare, affinché ogni individuo possa gestire ed organizzare il proprio tempo libero.

4) Quali sono le previsioni di crescita per il futuro? Nel 2016 avete avviato con successo Ecopoint Engineering, quali le prossime sfide?

L’inizio della collaborazione con l’ing. Danilo Tersigni Magnone professionista già affermato e conosciuto nel campo della consulenza ambientale e sicurezza sul lavoro, ha portato alla nascita di Ecopoint Engineering, della quale è un socio fondatore, che ad oggi rappresenta una realtà consolidata sul territorio.

Le prossime sfide sono quelle di completare l’ampliamento dei nostri uffici in modo da poter assumere nuovo personale e crescere ancora sia sulla parte consulenziale che analitica.

Inoltre, continueremo ad ampliare ed aggiornare il nostro parco strumenti per rimanere sempre tecnologicamente all’avanguardia e di conseguenza prevediamo di aumentare il numero di prove accreditate.

5) Ecopoint ha una squadra di professionisti molto giovane. Quanto e in che modo questo è una risorsa? Forse riuscite a essere sempre al passo con i tempi e attenti alle ultime tecnologie proprio per l’età e la flessibilità del vostro personale?

La Ecopoint ha sempre puntato su personale giovane da formare.

Da società a conduzione familiare non potevamo permetterci delle risorse già qualificate, magari provenienti da grandi società multinazionali, e allora abbiamo deciso di fare necessita virtù.

La nostra strategia è stata quella di scommettere su ragazzi intelligenti, preparati e ambiziosi che oggi sono diventati professionisti affermati. Sono stati loro il segreto della nostra crescita.

Nel corso dell’ultimo periodo altre nuove figure sono entrate in organico in maniera continuativa, abbiamo una squadra giovane e flessibile che ci permette di essere agili e di stare al passo con i tempi.

La nostra filosofia si basa sullo stimolare le persone a condividere le proprie idee. Un giovane professionista che entra nel gruppo può portare freschezza, un differente punto di vista e viene invogliato a farlo. Questo approccio ci permette di arricchire la nostra realtà giorno per giorno.

6) Quante donne ci sono in azienda? Ecopoint sembra un’azienda con una forte presenza femminile, anche in ruoli importanti. È così?

Assolutamente sì, in Ecopoint la presenza femminile in organico al momento è superiore al 50%, se vogliamo soffermarci sui numeri.

La nostra regola di base è premiare la meritocrazia e quando questo può accadere liberamente, senza malsane influenze culturali e sociali che purtroppo esistono nella nostra società, la presenza di donne in organico e in ruoli importanti è una conseguenza naturale.

Per i primi anni questa azienda è stata guidata da una figura femminile, mia madre, che insieme a mio padre hanno insegnato a me e mia sorella il rispetto per gli individui a prescindere dal genere, dall’estrazione sociale o dalla provenienza.

All’interno di Ecopoint abbiamo creato un’oasi di “futuro” dove le discriminazioni di genere non sono tollerate.

7) Qual è il rapporto di Ecopoint srl con il territorio? Ormai il gruppo ha superato i confini abruzzesi, tuttavia l’attività sembra concentrata nel territorio d’origine. È così? Che percentuale dell’attività oggi supera i confini della regione d’appartenenza?

Sicuramente una grossa fetta di clienti appartiene al nostro territorio di origine, ma negli ultimi anni abbiamo esteso il nostro raggio d’azione nelle regioni limitrofe in un primo momento, fino ad arrivare a lavorare in tutta Italia, dal Trentino alla Sicilia. Difficile dare percentuali ma il numero di clienti con sede fuori dall’Abruzzo è in aumento.

8) Qual è il settore che sta registrando la maggior crescita all’interno del gruppo? La parte consulenziale? Le attività di laboratorio, o altro?

Uno dei reparti che registra una crescita maggiore è sicuramente l’Ecopoint Engineering e quindi la parte consulenziale. Questo perché si tratta di una società giovane ma che ha come bagaglio l’esperienza dell’Ing. Tersigni Magnone, socio fondatore che aveva già una pluriennale maturità professionale radicata sul territorio. A lui abbiamo affiancato dei giovani professionisti, persone curiose e preparate. Questo mix è stato per noi vincente.

Un altro settore in rapida espansione è quello analitico alimentare. L’acquisto di nuovi strumenti tecnologicamente all’avanguardia e il conseguente aumento di parametri accreditati, insieme all’assunzione di nuovo personale competente e capace, ci ha permesso di fornire alle aziende del settore alimentare un’offerta più completa e competitiva rispetto al passato.

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9) Come avete vissuto la pandemia all’interno dell’azienda? Sono stati anni duri per tutti, ma in alcuni settori ha dato una sferzata: come è stato per Ecopoint?

Il nostro ambito non ha subito un colpo durissimo nella fase iniziale, la maggior parte dei settori per cui lavoriamo sono stati ritenuti indispensabili dal governo, basti pensare ai gestori dei rifiuti e del servizio idrico o all’industria alimentare.

Alcuni nostri clienti appartenenti ad altri ambiti però hanno subito un fermo a seguito delle restrizioni. Stiamo sentendo ora il contraccolpo ed è dovuto alle difficoltà che molte aziende stanno incontrando nel medio termine.

Fortunatamente Ecopoint è una società solida ma, alla luce degli ultimi tragici avvenimenti in Ucraina, risulta preoccupante l’aumento del costo delle materie prime, dell’energia e la crisi internazionale che potrebbe prospettarsi.

10) Avete rapporti con università o enti di ricerca? E con regioni, comuni e istituzioni?

Collaboriamo con alcune università come Sapienza Università di Roma o l’Università degli studi dell’Aquila soprattutto ospitando tirocinanti laureandi, ma anche nell’ambito di commesse legate a monitoraggi e ricerca.

Siamo in contatto quasi quotidianamente con regioni e istituzioni come ad esempio ASL, ARPA o ARTA Abruzzo per un confronto costruttivo sui temi riguardanti il settore ambientale e alimentare.

Da anni, inoltre, fra i nostri clienti ci sono gestori pubblici del servizio idrico o della raccolta e recupero dei rifiuti con i quali abbiamo rapporti continui.

11) Da impresa impegnata sul territorio e sulle tematiche ambientali quali sono i consigli che vi sentite di dare alla macchina burocratica italiana? Dove sentite carenze? Quali sono gli elementi più critici dei flussi di lavoro che gestite, lato burocratico?

Dare consigli definitivi e puntuali per snellire la macchina burocratica è forse un po’ presuntuoso da parte nostra, comunque ci sentiamo di ricordare che l’idea di base deve essere il rispetto dell’ambiente come obiettivo prioritario senza andare a punire eccessivamente piccole mancanze burocratiche o problemi temporanei che ogni azienda può avere.

Non si può chiudere gli occhi sull’Ilva di Taranto per anni e allo stesso tempo punire una piccola realtà aziendale perché ha avuto un problema temporaneo ad un impianto o nella compilazione di un documento. Le autorità lo sanno benissimo e fanno quello che possono, ma sono tenuti a vigilare affinché le leggi vengano rispettate.

Il mio suggerimento è quello di rendere le norme più flessibili e le pene più severe; ciò che intendo dire è che deve esserci certezza della pena e sanzioni più dure per i responsabili di reati ambientali ma, allo stesso tempo, una maggiore accondiscendenza per le difficoltà temporanee e risolvibili nell’immediato.

12) Il vostro è un settore impegnativo anche a livello di investimenti. Quali sono le macchine e i macchinari, o più in generale gli investimenti, che hanno reso Ecopoint la realtà che è? Quanto è importante il rapporto con la tecnologia per voi?

La nostra crescita è legata all’innovazione continua del parco strumenti. Ogni anno l’utile di bilancio viene reinvestito interamente all’interno della società.

L’obiettivo è quello di avere strumenti tecnologicamente all’avanguardia ed essere in grado di coprire al nostro interno l’intero pacchetto analisi.

Alcuni esempi possono essere parametri come pesticidi, diossine o altre analisi specifiche ambientali e alimentari. Dove qualche anno fa ci rivolgevamo all’esterno per rispondere alle richieste dei nostri clienti, oggi, grazie agli ultimi investimenti, riusciamo a coprire la domanda con le nostre sole forze.

13) Quali credi che siano i valori di Ecopoint oggi?

I valori di lealtà, meritocrazia, rispetto reciproco, integrazione e pari opportunità devono essere alla base di tutto. Noi crediamo che la curiosità e quindi la cultura vada incoraggiata ad ogni costo, sono questi gli ingredienti per perseguire l’eccellenza.

La nostra mission è quella di diffondere una cultura diversa in cui il rispetto dell’ambiente è una priorità, per lasciare ai nostri figli un pianeta in salute e un futuro migliore.

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