I siti contaminati in Italia

Per la prima volta l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) e il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA)hanno collaborato nella stesura del rapporto Lo stato delle bonifiche dei siti contaminati in Italia: i dati regionali. Una panoramica esaustiva che illustra un punto di vista preciso sull’inquinamento ambientale.

Questo rapporto è il prodotto di un lavoro cominciato nel 2016 proprio da ISPRA e SNPA, attraverso la Rete dei Referenti dei Siti Contaminati, di cui fanno parte i rappresentanti di tutte le agenzie regionali e provinciali, con il decisivo contributo delle Regioni e delle Province Autonome.

Con il termine sito contaminato si intende un’area in cui è stata accertata un’alterazione delle caratteristiche qualitative del suolo, del sottosuolo e delle acque sotterranee – in conseguenza di attività umane, pregresse o in corso – tale da rappresentare un rischio per la salute umana.

La legislazione nazionale in materia di bonifica dei siti contaminati è stata introdotta con il D.M. 471/99 ed è stata profondamente modificata dal D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii. Parte Quarta, Titolo V che regolamenta e norma la Bonifica di siti contaminati.

Secondo tale norma, l’avvio di un procedimento di bonifica segue il verificarsi di un evento potenzialmente in grado di contaminare un sito o al rinvenimento di una contaminazione storica.

Il metro usato per “pesare” la contaminazione sono le Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC). Se un sito registra anche solo un parametro sopra la soglia tollerata, si attiva la procedura di analisi del rischio sito-specifica per la determinazione delle Concentrazioni Soglia di Rischio (CSR). Qualora accertato il superamento delle CSR, il sito è dichiarato contaminato e deve essere presentato, approvato ed eseguito un intervento di bonificamessa in sicurezza. I siti non contaminati invece – ovvero con tutti i valori sotto la soglia – escono dalla procedura senza bisogno di ulteriori interventi.

Lo stato di contaminazione include quattro categorie:

1) siti in attesa di accertamenti;

2) siti potenzialmente contaminati;

3) siti contaminati;

4) siti non contaminati.

L’iter dei procedimenti in corso segue sette step procedurali:

1) Notifica attivazione procedimento o Misure di prevenzione (MIPRE) o Misure di messa in sicurezza d’emergenza (MISE) o indagini preliminari o altra casistica e comunque con Piano di caratterizzazione (PdC) non ancora approvato;

2) Piano di caratterizzazione approvato;

3) Caratterizzazione conclusa e/o Analisi di rischio presentata da approvare e/o Progetto di intervento alle CSC presentato da approvare;

4) Analisi di Rischio approvata (C>CSR);

5) Progetto di Messa In Sicurezza Operativa (MISO) e/o Bonifica e/o Messa in sicurezza permanente (MISP) approvato;

6) MISO conclusa in attesa di interventi di MISP e/o bonifica da effettuare a conclusione delle attività produttive;

7) Intervento concluso in attesa di certificazione.

Per i procedimenti in corso le sette voci possono essere raggruppate in tre macro-aree, che sintetizzano le fasi del processo: notifica (punto 1), modello concettuale (punti 2/3/4), bonifica (punti 5/6/7).

Il rapporto rileva che il numero totale di procedimenti è pari a 34.478 (16.264 in corso e 17.862 conclusi). La superficie interessata dai procedimenti di bonifica è nota solo per una parte di essi (67%), è pari a 66.561 ettari (666 kmq) e rappresenta lo 0,22 % della superficie del territorio italiano; di questi 37.816 ettari sono relativi a procedimenti in corso e 28.745 ettari sono relativi a procedimenti conclusi.

La regione con più procedimenti di bonifica (totale) è la Lombardia 10.316, segue la Toscana con 4.360, poi la Campania 3.701 e il Veneto con 2.888.

Restringendo la lente di analisi da regionale a comunale, si rilevano invece i seguenti dati: 3.742 comuni hanno sul proprio territorio almeno un procedimento di bonifica in corso; 3.607 comuni hanno sul proprio territorio almeno un procedimento di bonifica concluso; 5.171 comuni sono interessati da almeno un procedimento in corso o concluso; 2.733 comuni non sono mai stati interessati da procedimenti di bonifica.

Bonificare i siti contaminati è necessario non solo per la tutela della salute pubblica ma anche per ridurre l’impatto ambientale, un argomento più che mai attuale.

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