Nuovo decreto ministeriale per l’aggiornamento dei programmi di monitoraggio delle acque marine del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM)

Con il decreto ministeriale del 2 febbraio 2021 è ratificato l’aggiornamento dei programmi di monitoraggio coordinati per la valutazione continua dello stato ambientale delle acque marine. Dalla data di entrata in vigore del presente decreto è abrogato il precedente decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) dell’11 febbraio 2015, pubblicato nella Gazzetta  Ufficiale n. 50 del 2 marzo 2015.

Con questo decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) vengono recepite le norme metodologiche stabilite dalla nuova Decisione della Commissione UE per la definizione del buono stato ambientale (GES) delle acque marine (Decisione 2017/848 del 17 maggio 2017).

Per prevenirne il degrado e ripristinare gli ecosistemi danneggiati, ogni paese europeo deve infatti sviluppare la propria strategia, mettendo in atto misure necessarie a raggiungere un “buono stato ambientale” entro il 2020. Con questo termine s’intende un discreto livello degli ambienti marini tale da preservare la diversità ecologica e la vitalità di mari e oceani puliti, sani e produttivi.

Le attività di monitoraggio dei corpi idrici sono infatti un ottimo strumento per verificare lo stato dell’ambiente acquatico e possono diventare un valido aiuto anche nella pianificazione territoriale e nelle operazioni di risanamento e bonifica.

L’aggiornamento del Programma Nazionale di Monitoraggio sancito decreto ministeriale è stato portato a termine con il prezioso supporto dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), anche attraverso il coinvolgimento delle Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale (ARPA) delle Regioni costiere. È stato quindi una ristrutturazione capace di coinvolgere il governo, i ministeri e gli enti territoriali, in un lavoro di confronto costante e costruttivo.

La modifica più consistente rispetto al Programma di Monitoraggio del primo ciclo attuativo riguarda la struttura dei Programmi di monitoraggio. Si passa da sette programmi (nel programma adottato nel 2015) a undici strategie pensate in questo aggiornamento.

Le undici strategie che compongono il Programma di Monitoraggio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare definiscono un descrittore qualitativo e sono orientate a raccogliere informazioni per valutare stato, pressioni, impatti, raggiungimento dei traguardi ambientali e implementazione delle misure.

I Descrittori qualitativi sono:

1) La biodiversità è mantenuta. La qualità e la presenza di habitat nonché la distribuzione e l’abbondanza delle specie sono in linea con le prevalenti condizioni fisiografiche, geografiche e climatiche.

2) Le specie non indigene introdotte dalle attività umane restano a livelli che non alterano negativamente gli ecosistemi.

3) Le popolazioni di tutti i pesci e molluschi sfruttati a fini commerciali restano entro limiti biologicamente sicuri, presentando una ripartizione della popolazione per età e dimensioni indicativa della buona salute dello stock.

4) Tutti gli elementi della rete trofica marina, nella misura in cui siano noti, sono presenti con normale abbondanza e diversità e con livelli in grado di assicurare l’abbondanza a lungo termine delle specie e la conservazione della loro piena capacità riproduttiva.

5) È ridotta al minimo l’eutrofizzazione di origine umana, in particolare i suoi effetti negativi, come perdite di biodiversità, degrado dell’ecosistema, proliferazione dannosa di alghe e carenza di ossigeno nelle acque di fondo.

6) L’integrità del fondo marino è a un livello tale da garantire che le strutture e le funzioni degli ecosistemi siano salvaguardate e gli ecosistemi bentonici, in particolare, non abbiano subito danni.

7) L’alterazione permanente delle condizioni idrografiche non si traduce in effetti negativi sugli ecosistemi marini.

8) Le concentrazioni dei contaminanti presentano livelli che non danno origine a effetti inquinanti.

9) I contaminanti presenti nei pesci e in altri prodotti della pesca in mare destinati al consumo umano non eccedono i livelli stabiliti dalla legislazione dell’Unione o da altre norme pertinenti.

10) Le proprietà e le quantità di rifiuti marini non provocano danni all’ambiente costiero e marino.

11) L’introduzione di energia, comprese le fonti sonore sottomarine, è a livelli che non hanno effetti negativi sull’ambiente marino.

Tutti i dati raccolti dai monitoraggi confluiscono all’interno del Sistema Informativo Centralizzato, una banca dati accessibile a tutti i potenziali utilizzatori che consente la raccolta, la gestione e la condivisione a livello comunitario degli elementi acquisiti.

Per consultare i dettagli del programma di monitoraggio completo: https://www.minambiente.it/pagina/programma-di-monitoraggio-della-strategia-marina-2021-2026-secondo-ciclo-attuativo

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