Il 17 Dicembre scorso Legambiente ha pubblicato il rapporto annuale sulla presenza di pesticidi nei prodotti agricoli italiani. Dalle evidenze analizzate, risulta che il 48% dei campioni raccolti mostra tracce di pesticidi, e che solo il 52% ne risultasse privo.
Malgrado la bassa percentuale di campioni fuori dai limiti di legge per singolo pesticida, Legambiente sottolinea l’assenza di limiti europei sul multiresiduo e la pericolosità delle possibili interazioni tra diverse sostanze, per la salute umane e dell’ambiente.
Le analisi multiresiduali permettono infatti di rilevare le presenze di residui di pesticidi del terreno agricolo, mediante un controllo della maggior parte dei principi derivati dal ciclo di produzione ortofrutticola. La presenza dei singoli residui può nel tempo cambiare e alterare l’MRL (livello massimo di residuo) anche oltre i limiti di legge.
Secondo l’analisi di Legambiente i pesticidi più diffusi in Italia, principalmente fungicidi e insetticidi, sono: Boscalid, Dimethomorph, Fludioxonil, Acetamiprid, Pyraclostrobin, Tebuconazole, Azoxystrobin, Metalaxyl, Methoxyfenozide, Chlorpyrifos, Imidacloprid, Pirimiphos-methyl e Metrafenone.
La categoria di alimenti in assoluto più problematica per quanto concerne la concentrazione di pesticidi è la frutta: quasi il 50% dei campioni contiene più di un residuo. Solo il 28,5% dei campioni analizzati risulta regolare e senza residuo alcuno.
Tra la frutta, gli alimenti che presentano una maggior concentrazione di fitofarmaci sono: l’uva (89,2%), le pere (85,9%), le pesche (83,5%), le fragole (78,7%) e le mele (75,9%).
L’uva da tavola come abbiamo visto è il prodotto ortofrutticolo con maggior incidenza di fitofarmaci, con 51 tipologie di sostanze chimiche differenti riscontrate; i pesticidi più abbondanti in questo alimento risultano: Dimethomorph (15%), Metrafenone (11%), Penconazole (7%), Boscalid (5%), Fluxapyroxad (8%) e Acetamiprid (6%).
Riguardo al multiresiduo, Legambiente rileva quali siano i prodotti alimentari che contengono 10 o più tipi di residui differenti. Tra questi, le bacche di Goji, sia prodotte in europa che fuori dall’UE, sono il prodotto con più incidenza di multiresidui.
In ultimo riportiamo il focus sui paesi esteri dai quali risulta arrivare il maggior numero di campioni che presenta irregolarità: Cina – 38%, Turchia – 23%, Argentina – 15%.
Per approfondire, qui il link del report completo di Legambiente: https://www.legambiente.it/wp-content/uploads/2020/12/STOP-PESTICIDI-2020.pdf