Un’analisi del polline in Italia. Stato dei principali pollini allergenici in Italia – ISPRA

Negli ultimi vent’anni, soprattutto nei centri urbani, si è assistito a un aumento di tutte le patologie allergiche. Si stima che queste costituiscano la terza causa di malattia cronica. Il monitoraggio dei principali pollini allergenici diviene quindi non solo una necessità ma una questione di salute pubblica.

Di recente ISPRA ha pubblicato il rapporto Stato e trend dei principali pollini allergenici in Italia (2003-2019). Un’analisi dettagliata dei dati pollinici italiani capace di restituire una mappatura del fenomeno in tutto il territorio nazionale.

Nello specifico in Italia circa 15 milioni di persone soffrono di allergie. Di queste 5 milioni soffrono appunto di allergie da polline (pollinosi), con manifestazioni cliniche oculari, rinosinusali e bronchiali. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) stima che fra il 10% e il 20% dei cittadini europei è affetto da patologie allergiche causate da polline.

ISPRA sostiene da tempo che il monitoraggio aerobiologico sia una parte importante della valutazione della qualità dell’aria e coordina a questo scopo la Rete Italiana di Monitoraggio Aerobiologico (POLLnet), composta da 61 stazioni di rilevamento sparse nella penisola. In queste rilevazioni POLLnet è stata affiancata dal Centro di monitoraggio aerobiologico di Tor Vergata (Roma).

Per lo studio della presenza di pollini allergenici aerodispersi sono stati identificati due indicatori: uno quantitativo (Integrale Pollinico Allergenico, IPA) e uno temporale (durata della Stagione Pollinica, SP). I dati pollinici analizzati invece si riferiscono alle seguenti famiglie botaniche: Betulaceae, Asteraceae, Corylaceae, Cupressaceae/Taxaceae, Poaceae, Oleaceae e Urticaceae.

Il rapporto registra che il fenomeno dei pollini aerodispersi non è uniforme sul territorio nazionale. Ci sono tuttavia aree omogenee come l’arco alpino e il bacino padano, accomunate da livelli simili di granuli pollinici aerodispersi. Nel 2019, ultimo anno analizzato, il livello massimo del dato quantitativo è stato raggiunto a Firenze mentre il minimo a Genova.

Molti studi recenti dimostrano un aumento di frequenza dell’allergia ai pollini e suggeriscono l’esistenza di un legame tra inquinamento atmosferico e allergie, sebbene non ci siano ancora dati sufficienti in materia. L’evidenza empirica sembra però suggerire un nesso: negli ultimi vent’anni sono aumentate sia le concentrazioni atmosferiche di inquinanti come ossido di azoto, ozono e polvere inalabile, sia le allergie.

Gli spunti di riflessioni creati dal rapporto ISPRA sono molteplici e interessano sia la comunità scientifica, sia i comuni cittadini. Oltre la relazione tra pollini e salute umana, c’è quella fra pollini e cambiamenti climatici ma anche un’idea più consapevole della progettazione del verde urbano.

Per scaricare il rapporto https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/stato-e-trend-dei-principali-pollini-allergenici-in-italia-2003-2019.

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